Thursday 18 april 2013 4 18 /04 /Apr /2013 08:49

http://www.rinascita.eu/mktumb640a.php?image=1366132512.jpgIl level plain field è un classico esempio di mantra liberista, recitato a mo’ di autodafé nell’Europa euroatlantica con l’obiettivo di svellere quei (pochi) comparti industriali ancora capaci di perseguire il bene comune in un quadro economico/sociale sequestrato dalle privatizzazioni. Ovviamente, dal campo degli enunciati all’applicazione pratica il percorso è complesso, tortuoso e affatto univoco.
Così, mentre in Italia – in ossequio alle pseudopolitiche concorrenziali – svendiamo il nostro patrimonio ferroviario al privato (meglio se eterodiretto), in Francia sembrano aver trovato escamotage atti, quantomeno, a frenare la predazione del bene pubblico. Come sette anni orsono fra l’ENEL e l’utility Suez si frappose il primo ministro de Villepin, così oggi è la Euro Cargo Rail (ECR, sussidiaria francese della DB Schenker) a lamentare le prassi monopolistiche della Société Nationale des Chemins de fer Français (SNCF), operatore ferroviario pubblico. Nonostante quest’ultima sia già stata condannata per una serie di pratiche commerciali volte a ostacolare e ritardare l’arrivo di nuovi operatori nel mercato ferroviario francese (anche con una multa da 60 milioni di euro), la ECR sta studiando la possibilità di adire nuovamente la Autorité de la Concurrence.
Alain Thuvette, presidente di DB Schenker regione ovest (che include DB Schenker Rail UK, ECR in Francia e Transfesa in Spagna), ha infatti affermato che SNCF sta offrendo tariffe scosto agli utilizzatori del servizio trasporto merci. Per abbassare i toni, ha poi aggiunto che la sua posizione non è un atto di guerra nei confronti di SNCF, ma va inquadrata nell’ambito delle frizioni ineliminabili che si generano all’atto dell’apertura di un mercato alla concorrenza.
Lo scorso anno, ECR ha registrato – per la prima volta dalla sua costituzione nel 2006 – un reddito operativo aziendale (EBIT) positivo, per 2,2 milioni di euro su un fatturato di 184 milioni. A detta del presidente, il 35% del traffico di ECR è “nuovo traffico”, non gestito in precedenza da Fret SNCF (il braccio logistico della società pubblica).
Tuttavia, la clientela di nuova acquisizione avrebbe potuto esser maggiore se SNCF non avesse riservato a sé gli slot orari maggiormente “pregiati” per il trasporto merci, lasciando ad ECR quelli di peggiore qualità. Oltretutto, questi slot vengono confermati a ridosso dell’effettiva utilizzazione da parte dell’operatore privato, rendendo difficile una pianificazione completa dell’attività ferroviaria. Anche per quest’aspetto, Thuvette intende adire l’autorità garante.
Ad un livello di analisi più generale, rileva osservare come SNCF sia effettivamente riuscita a mettere in atto una serie di strategie volte ad ostacolare il competitor. Si tratta di decisioni che non fanno altro che confermare la primazia dell’operatore pubblico rispetto al privato nella gestione dei servizi essenziali (quale è il trasporto ferroviario). Va osservato che la politica dei noli “scosto” lamentata dal Presidente di ECR – insostenibile per l’azienda privata mirante al profitto per sua natura intrinseca – comporta invece una serie di vantaggi per tutto il sistema Paese dal punto di vista dell’operatore pubblico. Ad esempio, rendendo più competitive le merci francesi nei mercati internazionali, dove i costi della logistica hanno sempre più assunto il ruolo di variabile interveniente decisiva nell’aggiudicazione di commesse e contratti di fornitura.
Non è un caso che, pochi mesi addietro, il governo francese sia intervenuto con iniezioni di liquidità nella CMA CGM, compagnia di navigazione (ufficialmente “privata”) terza al mondo nel trasporto container, la cui attività, ça va sans dire, è stata giudicata strategica dai vertici politici della nazione –strumento primario della competitività d’oltralpe.
A fronte di tutto questo, i nostri governanti, incapaci di tutelare il sistema ferroviario Italiano (quello vero, capace di generare ricchezza, posti di lavoro qualificati e penetrazione di mercati esteri), mostrano una miopia strategica talmente smaccata da far sospettare che non si tratti di mero accidente, ma di precisa scelta di politica economico/sociale commissionata da sicari stranieri (o esterofili).
Fonte: www.rinascita.eu

Di borsaforextradingfinanza - Pubblicato in : FOCUS ECONOMIA E FINANZA
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 Giancarlo Marcotti si laurea in Scienze Statistiche ed Economiche all'Università di Padova discutendo una tesi in Econometria

 

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